Rinunciare a migliorarsi per iniziare a volersi bene: la rivoluzione dell’accettazione

Indice

• Introduzione: il paradosso del miglioramento continuo

• Cosa intendiamo davvero per “volersi bene”?

• La trappola nascosta del perfezionismo mascherato da crescita

• L’accettazione come atto attivo, non passivo

• Cosa dice la scienza: dalla CBT all’ACT

• Strategie pratiche per iniziare ad accettarti (anche mentre cresci)

• Conclusione: smettere di combatterti per iniziare a sostenerti

1. Introduzione: il paradosso del miglioramento continuo

Viviamo in un’epoca che ci invita — quasi ci impone — a migliorarci costantemente. Libri, corsi, podcast, frasi motivazionali. “Diventa la tua versione migliore”. Ma cosa succede se invece rinunciamo a migliorarci?
Questa non è una resa, ma una rivoluzione silenziosa: scegliere di volersi bene così come si è, senza condizionali. Un cambio di paradigma che sta emergendo anche nella psicologia contemporanea.

2. Cosa intendiamo davvero per “volersi bene”?

Volersi bene non significa piacersi sempre. Significa riconoscere che si ha valore anche nei momenti di confusione, fragilità o fallimento.
È accettare che non serve correggersi per meritare cura.
Non si tratta di rinunciare a evolvere, ma di smettere di crescere per paura di non essere mai abbastanza.

3. La trappola nascosta del perfezionismo mascherato da crescita

Spesso, dietro la volontà di migliorarsi, si nasconde un perfezionismo subdolo:

“Se solo fossi più organizzato, meno ansioso, più produttivo… allora potrei finalmente rilassarmi o sentirmi amabile.”

Ma questa corsa non finisce mai. Più ti sforzi di essere diverso, più ti allontani dalla possibilità di accettarti ora. E questo mantiene alto il livello di stress e autocritica.

4. L’accettazione come atto attivo, non passivo

Molti pensano che accettarsi significhi “accontentarsi” o “smettere di provarci”. In realtà, l’accettazione è un atto attivo e coraggioso:

• Ti permette di smettere di giudicarti per ciò che provi.

• Ti rende più presente, consapevole, libero di scegliere.

• Ti dà una base stabile da cui poter cambiare in modo gentile e realistico.

Come insegna la terapia ACT (Acceptance and Commitment Therapy), non possiamo cambiare tutto ciò che sentiamo, ma possiamo cambiare il modo in cui ci relazioniamo a noi stessi.

5. Cosa dice la scienza: dalla CBT all’ACT

Le ricerche in ambito psicologico mostrano che l’autocompassione è molto più efficace del giudizio nell’incentivare il cambiamento duraturo.

• Kristin Neff, pioniera della self-compassion, ha dimostrato che le persone che si accettano tendono a prendersi più cura di sé.

• L’ACT, una terapia evidence-based, aiuta le persone a vivere con più valore e pienezza non evitando il dolore, ma includendolo.

• Anche la CBT (Terapia Cognitivo-Comportamentale) sta integrando approcci più compassionevoli e meno direttivi, soprattutto nel lavoro su autostima e ansia.

6. Strategie pratiche per iniziare ad accettarti (anche mentre cresci)

1. Nota dove stai ancora “provando a sistemarti”
Fai attenzione ai pensieri che iniziano con “dovrei” o “se solo fossi…”
Domandati: “Cosa succederebbe se non cambiassi questa parte di me?”

2. Pratica l’autoosservazione senza giudizio
Tratta i tuoi pensieri ed emozioni come nuvole che passano, non come verità assolute. Puoi usare la scrittura o il journaling.

3. Allenta la presa sul controllo
A volte, voler cambiare te stesso è un modo per controllare l’imprevisto o l’incertezza. Riconoscere questa paura è già un atto di cura.

4. Scegli parole diverse
Prova a sostituire “migliorarmi” con “accompagnarmi”. O “correggere” con “comprendere”.

5. Trova un atto quotidiano che esprima accettazione
Smettere prima di lavorare. Dire “basta così”. Lasciare qualcosa di imperfetto. Sono tutti piccoli gesti di auto-rivoluzione.

7. Conclusione: smettere di combatterti per iniziare a sostenerti

Rinunciare al miglioramento come dovere non è rassegnazione: è scegliere un altro tipo di forza.
È dire a te stessə: “Anche così, sono degnə di cura.”
Ed è proprio da lì, da quella base sicura, che un cambiamento autentico può nascere. Senza sforzo, senza guerra, senza giudizio.

La vera rivoluzione non è diventare un’altra versione di te.
È iniziare a essere pienamente quella che già sei.